Doubt Ruolo bellissimo, umano e puro fino a sembrare meschino: una suora dura e di ferro, dotata di una morale la cui rigidità è la questione centrale del film. Un prete che opera nella sua parrocchia è sospettato di pedofilia e lei intende fare di tutto per scoprire se è così, anche rovinare carriere o vite di parrocchiani. Non si ferma davanti a niente con una maschera di impassibile determinazione che si scioglie solo in un finale sorprendente.
Machete Se Sister Act è la donna di malaffare che finisce per convertirsi in un mondo edulcorato e buonista, Lindsay Lohan è la donna di malaffare che finisce per convertirsi nel mondo pulp e godereccio di Robert Rodriguez, dove violenza e sesso sono ad ogni angolo. Tutto riassunto nell’immagine della suora che lecca la pistola come fosse un fallo. Applausi alla capacità di sintesi.
Sister Act Suor Maria Claretta, la più famosa in assoluto. Musical e film di Sister Act continuano a mietere successi, repliche, ascolti e imitazioni. Cantante di night mascherata da suora per scappare alla mala (un classico che non nasce né muore qui), Sister Act è un film che fa solo finta di mettere in ridicolo le suore, in realtà ne esalta un ipotetico spirito di adattamento e l’inflessibile giustezza, ne esalta la capacità cristiana di convertire l’animo meno salvabile (quello di una cantante di night!). Non a caso uno dei pochissimi film amati dalle suore stesse.
Il cattivo tenente Qui la suora non è la protagonista ma il motore di un film esaltante. Stuprata e massacrata di botte all’inizio della storia (sull’altare!), è la vittima che spinge il tenente bastardo e corrotto di Harvey Keitel a fare quella che lui stesso ritiene una cosa giusta: trovare un colpevole e punirlo. È però quando si riprende, esce dal coma e con un candore unico comunica al tenente di aver perdonato quell’uomo, di non cercarlo più, che mette in crisi la sua mentalità violenta e vendicativa, manda in tilt una testa satura di droghe e densa di educazione cattolica. Tuttavia questo miscredente strafatto per quanto lo nasconda sotto sotto sente la pressione di una formazione a cui non può fuggire.
Story di una monaca Pura propaganda. Audrey Hepburn, lineamenti precisi e delicati, volto estasiato e immacolato assorbe i mali del mondo. Infermiera di guerra, assistente in un manicomio e angelo del focolare, Suor Lucia è una martire a tutti gli effetti, la suora perfetta, chiamata dal Signore per assistere i meno fortunati e prendere su di sè le sofferenze altrui. Zucchero concentrato.
Tutti Insieme Appassionatamente La storia di una ragazza che sta prendendo i voti chiamata ad occuparsi dei figli di un colonnello austriaco. Nel finale lei e altre suore metteranno anche nel sacco i nazisti. Non fosse un vero capolavoro di toni, ambienti e ritmo, di cinema solare e spensierato che solo la Hollywood degli anni ‘50 poteva rendere credibile, sarebbe la quintessenza del risibile.
Barbablù Il costumista che ha concepito l’abito da suora con lo spacco sul seno di Raquel Welch è un autentico genio.
I Blues Brothers Quella che ha tirato su Elwood e Jake è una suora in perfetto equilibrio tra ridicolo e serioso, una figura comica delineata con pochi tratti ma anche radicatissima nell’immaginario collettivo, la suora dai metodi spicci che gestisce con pugno di ferro i bambini difficili di un orfanotrofio. Nonostante la brevità del ruolo è una delle suore più memorabili di sempre, perché Landis ha la capacità di creare una serie di immagini che alla perfezione rendono l’unione di violenza e ridicolo.
Magdalene Suore di menare. Il film di Pete Mullan, ispirato da un documentario, fa delle suore un vero villain, il massimo del male. Incarnando un modo di essere e intendere la donna che è lontano nel tempo, fuori dalle conquiste della modernità, queste suore sono l’incarnazione della tradizione da cui vengono, del sopruso che rappresentano all’interno del sistema cattolico. Un sopruso che poi nel film diventa intollerabile perché imposto ad altre.
L'indiscreto fascino del peccato Titolo italiano incredibile per questo film anni ‘80 di Pedro Almodovar tutto finalizzato a massacrare l’immagine intoccabile della suora con ironia e spirito iconoclasta. Carmen Maura, Marisa Paredes e Chuz Lampreave sono solo alcune delle molte suore del film che sniffano coca, addomesticano tigri e si fanno di eroina. Con un tono di commedia spensierata Almodovar rappresenta donne in abiti da suora che fanno letteralmente di tutto con un tranquillo e candido sorriso.
Decameron Pie Elisabetta Canalis nel ruolo della suora porca medievale. Tutta una porzione di immaginario collettivo relativo alla dimensione sessuale della donna che il sesso ha promesso di rifiutarlo, viene rimesso in gioco da questo film dozzinalissimo. La presenza di Elisabetta Canalis poi è la chicca finale. Perdonate le foto in un formato indegno ma il film è passato talmente sotto ogni radar che di meglio non è stato possibile trovare
Suore in fuga Prima di Sister Act due pesci piccoli scappano da un gangster travestendosi da suore e mescolandosi ad un istituto religioso. Ovviamente gestiranno tutto incrociando la missione religiosa ai metodi spicci da gangster.
Suor Omicidi La cosa bella del cinema italiano di serie B è quanto sappia essere diretto. Nessun giro di parole, niente metafore, tutti i tabù tutti insieme. Dritti. Una suora che sta diventando pazza, fortemente dipendente dalla morfina, domina un mondo di violenza, sopruso, morte e amore lesbico. In più la suora è Anita Ekberg. Più di così onestamente non si poteva fare.
L'angelo della Vendetta Di nuovo Abel Ferrara, di nuovo uno stupro, anzi due. Violentata per due volte nella medesima giornata una donna impazzisce e decide di armarsi per partire alla volta di una carneficina vendicativa vestita da suora (ma con trucco pesante). Ci sono stati dei peccati, qualcuno dovrà pagare e una donna vestita da suora riequilibrerà la situazione. Complimentoni al titolo italiano che adatta l'originale Ms. 45
Viridiana Basterebbe dire Buñuel + suora. Viridiana è la storia di una suora che sta per diventare tale sedotta dal fascino della carne, ma come sempre per Buñuel, è la storia della distruzione di un simbolo di ipocrisia benestante, di tradizione e dominio all’insegna della menzogna.
Dead Man Walking Susan Sarandon per quanto senza velo è nondimeno suorissima nel suo ruolo vicino al conforto dell’intenso Sean Penn. Si può anche morire d’actor studio di fronte a tanto spiegamento di metodo attoriale.
The Nun Circa 11 anni fa The Nun arrivava prima di The Conjuring a mettere in scena la suora maligna, una figura sorprendentemente poco ripassata dal cinema d’orrore che invece ha più di un perché.
Airport '75 Impagabile Helen Reddy nel ruolo della dolce suorina che accompagna l’ancora più dolce bimba malata sull’aereo, ma in questo ruolo automaticamente non possono che esserci due modelli di suora in uno. Quella rappresentato, pura e amorevole, assieme al suo opposto logico, quella parodistica di L’aereo Più Pazzo del Mondo. Se esiste la seconda infatti è solo perché è la prima è talmente ridicola da stimolare il desiderio di essere presa di mira.
I Diavoli Se siete arrivati fino a qua la vostra dedizione alla causa delle suore nel cinema sarà premiata. Perché I Diavoli di Ken Russell, nonostante la valanga di film sacrileghi che abbiamo elencato e che ci sono stati prima di esso, fu condannato dalla Chiesa con strali medievali e bolle di scomunica papali per tutti, cast e autori. Il perché di una simile presa di posizione è presto detto, perché a differenza degli altri I Diavoli, film medievale delirante e barocco, per nulla realistico e molto fiammeggiante, ha una serie di immagini così potenti, così forti e roboanti che non possono essere ignorate, che sono evidentemente da arrestare e condannare. Le suore che bruciano di desiderio al passaggio del cardinale Oliver Reed, spingendosi e gridando mentre allungano le mani da una piccola grata che pare una gabbietta, la suora con la gobba e i suoi sogni in cui non ce l’ha, l’ipocrisia così manifesta e l’oppressione così incombente degli ambienti bianchi e delle croci come macigni, questo film è un colpo così forte che l’hanno sentito anche nello stato Vaticano.
Narciso Nero Eppure il più grande film con suore che sia mai stato girato probabilmente è questo. Serio, determinato e ragionevole, Narciso Nero racconta di un manipolo di suore inviate in un convento da poco liberato sull’Himalaya. Lì entrano a contatto con un mondo, dei paesaggi e una dimensione di vita così forte ed emotiva che lentamente in ognuna riemergono ricordi della vita precedente al loro farsi monache. Sentimenti e pulsioni a lungo soppresse non riescono a rimanere tali. Ma più che sulla parte sessuale il film si concentra sulla sete d’amore inappagata. Con un dissidio interiore diverso per ogni personaggio e maniere differenti di reagire, Narciso Nero racconta la forza dei sentimenti, la maniera in cui qualcosa anche di piccolo può scuotere gli animi e rimettere in discussione una vita intera. E fa questo senza privarsi di momenti unici come le campane suonate sull’orlo del precipizio alla ricerca disperata di una qualsiasi vertigine emotiva, o dell’improvvisa comparsa di uno dei personaggi improvvisamente truccata e pettinata. Come fosse un film dell’orrore.