Rubrica a cura di ColinMckenzie

Solo qualche settimana fa, la Warner aveva fatto notizia per aver 'costretto' catene come Netflix e Redbox a ritardare di 28 giorni l'uscita dei titoli in noleggio, in modo così da favorire la vendita dei suoi prodotti, considerando che è in questa categoria che si ottengono i maggiori profitti. Questa almeno era stata la speranza (già discutibile di suo) per spiegare la decisione in quel momento, visto che di alternative logiche non sembravano proprio essercene.

E invece, ecco arrivare la sorpresa. A differenza dei suoi concorrenti (peraltro di successo), la catena (a rischio bancarotta) di Blockbuster ha stretto un accordo con la major per proporre immediatamente i suoi titoli, sia in vendita che in noleggio. Un bel vantaggio per Blockbuster, ma di sicuro non per i consumatori. In effetti, è difficile capire quale sia il senso dell'operazione, se non quello di ottenere una bella cifra per la Warner (che forse però si dovrà sbrigare a riscuoterla).

Scherzi a parte, i dubbi sono tanti. E' possibile (da un punto di vista legale/antitrust) per un'azienda ottenere un vantaggio del genere rispetto alla concorrenza? E anche se così fosse, come è pensabile che Netflix e Redbox la accettino tranquillamente e non tentino in ogni modo di cambiare i termini dell'accordo stretto da poco? Peraltro, la Warner si ritrova nella strana situazione di aver scelto come partner preferito una società in crisi rispetto a delle realtà in salute e con dati economici molto più solidi.

E non parliamo del pubblico, che si ritroverà a dover così scegliere tra andare da Blockbuster (opzione che evidentemente non piace molto ai consumatori contemporanei), aspettare 28 giorni per vedere i titoli che preferisce (ma solo Warner, almeno per ora) grazie a un'altra catena o invece optare per canali alternativi e illegali. Qualcosa mi dice che quest'ultima opzione potrebbe avere la meglio sulle altre…

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