Fonte: Newsweek.com

Il noto critico cinematografico vincitore del Premio Pulitzer Roger Ebert ha pubblicato un editoriale su Newsweek nel quale dichiara letteralmente guerra al 3D, spiegando in 9 punti come mai detesta questa tecnologia e perché anche gli spettatori dovrebbero.

Inutile dire che l'editoriale sta creando un vero e proprio putiferio, con sostenitori e detrattori tra blog (tra i tanti che si sono scagliati contro queste dichiarazioni, anche Slashfilm e MarketSaw), giornalisti e personalità di Hollywood. Ma ecco i punti:

  1. SI SPRECA UNA DIMENSIONE.
    Quando vedete un film in 2D, è già in 3D per quello che concerne la mente. Le nostre menti utilizzano il principio della prospettiva per fornire la terza dimensione. Aggiungerne una artificialmente rende l'illusione meno convincente.
  2. ebertNON AGGIUNGE NULLA ALL'ESPERIENZA.
    Ripensate alle esperienze cinematografiche più intense della vostra vita. Hanno bisogno del 3D? Un grande film abbraccia completamente la nostra immaginazione…
  3. PUO' RAPPRESENTARE UNA DISTRAZIONE.
    …in 2D, i registi hanno spesso utilizzato dei cambiamenti nella messa a fuoco per attirare l'attenzione tra il primo piano e lo sfondo. Nel 3D, la tecnologia stessa lascia pensare che l'intera profondità di campo sia completamente a fuoco. Non credo che sia necessario, e toglie al regista uno strumento importante quale la messa a fuoco.
  4. PUO' CREARE NAUSEA E MAL DI TESTA.
    …Il 3D fornisce una esperienza visiva poco familiare, e questo si traduce in un impegno maggiore delle capacità mentali, rendendo più facile l'insorgere di mal di testa. In un articolo recentemente pubblicato, un sondaggio tra i consumatori rivela che il 15% degli spettatori ha avuto mal di testa durante i film in 3D.
  5. I FILM 3D SONO MENO LUMINOSI.
  6. STANNO SPECULANDO SULLA VENDITA DEI NUOVI PROIETTORI DIGITALI.
  7. GLI ESERCENTI AUMENTANO IL PREZZO DEI BIGLIETTI DI 5/7.5 DOLLARI.
    …Penso che il 3D sia una forma di estorsione per i genitori i cui figli sono stati abbindolati dalla pubblicità e dal product placement per "volere" il 3D…
  8. NON RIESCO A IMMAGINARE UN FILM DRAMMATICO, COME THE HURT LOCKER O TRA LE NUVOLE, IN 3D.
    E nemmeno i registi. Avendo girato Il Delitto Perfetto in 3D, Alfred Hitchcock era così scontento del risultato da averlo proiettato in 2D durante l'anteprima stampa di New York. Il 3D sembra qualcosa per i film per bambini, l'animazione, o i film come Avatar di James Cameron, realizzato principalmente con i computer…
  9. OGNI VOLTA CHE HOLLYOOD SI E' SENTITA MINACCIATA, SI E' RIVOLTA ALLA TECNOLOGIA: IL SUONO, IL COLORE, IL WIDESCREEN, IL CINERAMA, IL 3D, IL SUONO STEREO, E ORA DI NUOVO IL 3D.
    In termini di marketing, questo significa offrire una esperienza che non può essere ripetuta a casa. Con l'avvento del Blu-Ray Disc, l'HD via cavo e i proiettori digitali, la distanza tra cinema ed esperienza a casa si è accorciata. Il 3D l'ha allontanata di nuovo. Ora le 3D TV la riavvicineranno. 

Nel corso dell'articolo, Ebert cerca di fornire a Hollywood una tecnologia alternativa che, secondo lui, risponderebbe meglio del 3D alle attuali esigenze del mercato:

Quello di cui Hollywood ha bisogno è una esperienza "migliore" che sia ovviamente meglio di quello che si può avere a casa, che vada bene ai film per tutte le età, e che valga un sovrapprezzo. Per anni ho detto pubblicamente di apprezzare un processo inventato da Dean Goodhill chiamato MaxiVision48, e che utilizza la tecnologia a pellicola esistente ma riprende a 48 fotogrammi al secondo, fornendo una proiezione nitida e priva di scosse. La pellicola attualmente viene proiettata a 24 fotogrammi al secondo, perché è la velocità minima in grado di portare con sè il suono (un ritrovato necessario all'epoca dei primi film parlati). Ora il suono analogico è stato rimpiazzato dal suono digitale. MaxiVision48 proietta a 48 fotogrammi al secondo, che raddoppia la qualità dell'immagine. Il risultato è terribilmente meglio del 2D attuale. In termini di misurazioni standard utilizzate nell'industria cinematografica, è il 400% meglio. Non ho scritto male. Quelli che non lo hanno visto non se ne rendono neanche conto. Io ho visto film proiettati con questa tecnologia, e anche un sistema di proiezione di qualche anno fa, lo Showscan di Douglas Trumbull. Questi sistemi funzionano così bene che lo schermo diventa una finestra verso le tre dimensioni. Se gli spettatori vedessero queste tecnologie, si dimenticherebbero del 3D.

Proprio grazie al successo del 3D si sta diffondendo in tutto il mondo la tecnologia di proiezione digitale (in Italia sono già 500 le sale che hanno effettuato lo switch). La tecnologia 2D attualmente permette la proiezione sia a 24 che a 48 fps, mentre la tecnologia 4K (a 8.85 megapixel) permette attualmente la proiezione a 24 fotogrammi al secondo.

Ebert cita anche i nuovi lavori di registi da lui molto amati, come Martin Scorsese e Werner Herzog:

Una volta ho detto che mi sarei riconciliato con il 3D se un regista come Martin Scorsese avesse fatto un film in quel formato. Pensavo di essere in salvo. Poi Scorsese ha annunciato il suo film The Invention of Hugo Cabret, che uscirà in 3D nel 2011, che parlerà di un orfano e di un robot. Ebbene, Scorsese conosce la pellicola, e ha un amore voluttuoso per le possibilità della pellicola. Mi aspetto che adatterà il 3D alle sue necessità. Anche il mio eroe, Werner Herzog, sta utilizzando il 3D per girare un film sui dipinti preistorici in una caverna francese, per mostrare meglio le concavità del luogo. Mi ha detto che non scherzerà con gli spettatori, e che il suo film rimarrà dietro la superficie dello schermo. In altre parole, nulla finirà contro gli spettatori, e il 3D ci darà l'illusione di essere in grado di occupare lo spazio con i quadri, e guardare al loro interno, come se fossimo lì. 

La conclusione di Ebert è la seguente:

Non mi oppongo al 3D come a una opzione. Mi oppongo al 3D come stile di vita per Hollywood, dove sembra che stia trascinando le major lontano da qualsiasi film noi consideriamo solitamente meritevole di un Oscar. Hollywood si sta dirigendo verso il mercato dei bambini. La Disney ha annunciato recentemente che non farà più film tradizionali, concentrandosi sull'animazione, i franchise e i supereroi. Ho idea che la giovane Hollywood stia perdendo il senso istintivo della storia e della qualità che hanno avuto i dirigenti per generazioni. Ora conta solo il marketing. 

 

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