Fonte: Vanity Fair

Come promesso, dopo avervi mostrato le immagini di Anne Leibovitz dei protagonisti di Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo, pubblichiamo oggi la traduzione riassunta del lunghissimo articolo apparso su Vanity Fair, la cui versione inglese è disponibile in questa pagina.

Nell'articolo, che abbiamo diviso in più pagine per via della sua lunghezza, parlano Steven Spielberg, Harrison Ford e George Lucas – quest'ultimo svela anche alcuni spoiler che potete trovare nella quarta pagina. 

 

L'ultima volta che l'avevamo visto, quasi 19 anni fa, l'archeologo preferito di tutti stava letteralmente cavalcando via nel tramonto dopo aver trovato il Santo Graal. Sembrava la fine della serie di avventure che era iniziata con i Predatori dell'Arca Perduta, il blockbuster dell'estate 1981. Ma la mattina del 18 giugno 2007 Steven Spielberg, regista dei film di Indiana Jones, e George Lucas, che creò il franchise, si sono ritrovati faccia a faccia con il loro cast e la loro troupe in mezzo a Deming, New Mexico. "Come vola il tempo," ha detto Spielberg, tenendo in mano un flute di champagne, in un momento catturato in video (che noi vi abbiamo mostrato qui). "Nessuno è cambiato, sembriamo tutti gli stessi." Ora della fine della giornata la temperatura aveva già raggiunto i quaranta gradi. Probabilmente nessuno ha provato più calura di Harrison Ford, che all'età di 65 anni si è rimesso il costume amato da tutti. "E' un costume molto strano, se ci pensi…" sostiene Ford. "C'è questo tizio con una frusta, che va solitamente in qualche posto molto caldo con un giubbotto di pelle. Ma credo ci sia qualcosa in questo personaggio che coincide perfettamente con me, perché nel momento in cui ho indosso il costume intuisco subito di quale tono abbiamo bisogno, e mi sento sicuro nel personaggio."

Dopo 79 giorni di riprese la produzione si è conclusa. Come gli altri film della saga, è stato prodotto dalla Lucasfilm Ltd. e distribuito dalla Paramount Pictures. Oltre al New Mexico, le riprese hanno interessato il Connecticut, la California e le Hawaii, ma molto del lavoro è stato realizzato in teatro di posa ai Downey Studios di Los Angeles.

Il 22 maggio il film uscirà in circa 4,000 cinema. La storia è ambientata nel 1957, e questa volta il Dr. Jones dovrà vedersela con i Russi a sangue freddo della Guerra Fredda – capitanati da una Cate Blanchett in stile dominatrix – invece che con i nazisti degli episodi precedenti. Torna con Ford anche Karen Allen, nei panni di Marion Rawenvood, il vero amore di Indy, vista la prima e ultima volta nel primo episodio. La star nascente Shia LaBeouf si unisce al cast nel ruolo che nessuno legato alla produzione confermerà mai: il figlio di Indy e Marion.

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Lucas aveva pensato per la prima volta all'Archeologo nei primi anni settanta, quando viveva praticamente di nulla a Mill Valley, nel nord di San Francisco. Nello stesso periodo stava pensando a Star Wars e American Graffiti. "Ho una tendenza, quando sto lavorando a qualcosa, di mettermi noiosamente a pensare a qualcosa d'altro, lavorando ad altre cose, per evitare quello che sto facendo," spiega. Proprio in quel periodo infatti stava lavorando alla sceneggiatura di Apocalypse Now, che in un primo momento avrebbe dovuto dirigere (prima che il progetto finisse nelle mani di Francis Ford Coppola). "Iniziammo a preparare il film, e nessuno studio lo volle. L'esercito non ci avrebbe mai sostenuto. E' stato una specie di esercizio inutile."

Fu allora che ebbe l'idea di Indiana Smith (il nome originale era quello). Si trattava di un eroe del cinema capace di riportare in auge le emozioni dei serial degli anni trenta della Republic Pictures, che Lucas guardava in tv da piccolo. "i serial del sabato mattina – l'idea iniziale era quella," racconta. Con un po' di cura ai dettagli in più, un budget un po' più alto e una bella scarica di ironia, questo tipo di serial poteva diventare qualcosa di interessante per il pubblico degli anni ottanta.
 

 

Pieno di inseguimenti e battute da commedia, I Predatori dell'Arca Perduta fu il film di maggior successo del 1981. Ford, che aveva interpretato il cinico Han Solo in Star Wars, era perfetto nel ruolo del professore perfettino di archeologia le cui maniere diventano molto meno educate fuori dall'università. Il film ebbe due sequel: l'oscuro e più debole Indiana Jones e il Tempio Maledetto (1984), realizzato nel pieno del doloroso divorzio di Lucas, e il più tenero e comico Indiana Jones e l'Ultima Crociata (1989), che puntava molto sul rapporto padre-figlio.

Non fu davvero un'Ultima Crociata. Tra il 1992 e il 1996 Lucas produsse Le Avventure del Giovane Indiana Jones, una serie TV che vinse 10 Emmy. Durante le riprese di un episodio nel 1993 nel quale Ford aveva un cameo, Lucas ebbe una idea per il quarto film e la raccontò all'attore, che non ne fu molto impressionato. Il produttore ne parlò anche con Spielberg, ma anche lui si mostrò decisamente freddo, anche se l'idea di un quarto film lo entusiasmò.

Ma Lucas era irremovibile: o questa idea, o niente.  

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L'articolo continua nella prossima pagina, con l'intervista a Steven Spielberg e Harrison Ford

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Parlano Steven Spielberg, regista del film, e Harrison Ford, protagonista: 

"Sono al secondo montaggio del film, ciò significa che l'ho assemblato e l'ho visto dall'inizio alla fine", racconta Steven Spielberg. "Solitamente faccio cinque montaggi consecutivi. La bella notizia è che, quando ho visto il film intero la prima volta, non ho pensato che c'era bisogno di rigirare qualche scena, o di aggiungere qualcosa."

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Piuttosto che aggiornare il franchise per adattarsi allo stile dei film d'azione di oggi, Lucas e Spielberg hanno deciso di rimanere molto fedeli allo stile degli episodi precedenti, per quanto riguarda l'aspetto visivo, il tono e il ritmo. Durante la pre-produzione, Spielberg si guardò i primi tre film assieme a Janusz Kaminski, direttore della fotografia dei suoi ultimi dieci film. Rimpiazza Douglas Slocombe, che diresse la fotografia dei tre episodi e ora si è ritirato (ha 94 anni), e sarà il principale responsabile dell'aspetto visivo del film. "Dovevo mostrarli a Janusz," spiega Spielberg. "perché non volevo che modernizzasse la saga e ci portasse nel 21esimo secolo. Volevo che i film avessero uno stile di illuminazione non troppo diverso dal lavoro di Doug Slocombe, il che significa che sia io che Janusz abbiamo dovuto combattere il nostro stesso orgoglio. Janusz ha dovuto praticamente imitare lo stile di un altro direttore della fotografia, mentre io ho dovuto simulare lo sguardo da giovane regista che avevo io, uno sguardo dal quale ho preso le distanze quasi da vent'anni."

Spielberg promette che non ci saranno montaggi strani in questo film, spiegando che "Io vado in maniera geografica. Voglio che la audience sappia non solo da quale parte sta il buono e da quale parte sta il cattivo, ma anche in che punto dello schermo si trovano, voglio che l'audience sia capace di montare "mentalmente" e con i tempi che vuole una scena che io taglierei malvolentieri. E' stato il mio stile per tutti e quattro i film di Indiana Jones. Un montaggio veloce è ottimo per certi film, come nella saga di Bourne, ma in questo modo si sacrifica la geografia. Il che è corretto, perchè l'audience ottiene una enorme quantità di adrenalina ogni secondo e mezzo in The Bourne Ultimatum, e c'è abbastanza geografia per non perdersi nell'ultimo film, che è il mio preferito. Ma l'altro lato della medaglia è Indiana Jones: è una storia più all'antica rispetto ai film d'azione moderni.

Sarà lo script a dare il ritmo da blockbuster al film. "La maggior parte della velocità viene dalla storia stessa," spiega. "Se costruisci un motore potente, non ti serve montare in maniera veloce, perché la storia viene raccontata in modo fluido e le pagine si girano molto velocemente da sole. La prima cosa che ti serve è una sceneggiatura che sia fluida, e se non lo è non potrai certo sistemare le cose in sala da montaggio per rendere tutto più veloce. Hai bisogno di spazio per i personaggi, per le relazioni, per i conflitti, per la commedia, e tutto questo deve succedere in maniera automatica. 

Quando è arrivato il giorno delle riprese, Spielberg ricorda, lui e la sua star sono stati in grado di tornare nei loro ritmi alla Indiana Jones in un paio di giorni. "Voglio dire, siamo entrambi invecchiati," racconta, "ma Harrison aveva bisogno di tempo per ricatturare lo spirito caustico e laconico del Dr. Jones, e ovviamente doveva anche affrontare le scene d'azione, e ha fatto queste due cose veramente bene, molto meglio di quanto mi aspettassi."

In una intervista separata, Ford ammette soddisfatto di non essersi rotto nulla. "Nel primo film mi ruppi il legamento crociato anteriore della gamba sinistra," spiega, "e nel secondo film ebbi un brutto incidente per cui dovetti operarmi alla schiena nel mezzo delle riprese. Ma in questo film non mi sono fatto praticamente niente." Un risultato niente male, visto che Ford ha interpretato la maggior parte delle scene d'azione senza stunt a sostituirlo. "Ho sempre voluto che l'audience capisse quanto dolore prova il personaggio," continua Ford, "in modo da partecipare di più e condividere maggiormente il senso di trionfo alla fine. E' stata sempre una grande ambizione nel mio personaggio: permettere alle persone di percepire la sua paura, di capire come si sta muovendo per sistemare un problema, senza capire subito che tanto ce la farà. Tutti sanno che Indiana alla fine vincerà, ma nessuno sa quanti bozzi in testa dovrà procurarsi."

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L'articolo continua nella prossima pagina, con l'intervista a George Lucas

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Parla George Lucas, creatore della saga e produttore del film. 

 

Quando Lucas inizia a parlare di Indiana Jones, un personaggio che considera non molto diverso a Han Solo, il suo entusiasmo cresce, facendo sparire il suo famoso riserbo. "E' un archetipo classico del cinema," spiega. "Clark Gable interpretò questo ruolo in ogni suo film: un personaggio cinico e libero, a volte giornalista, a volte pirata, ma sempre uguale. Humphrey Bogart lo stesso. Harrison interpreta la parte molto bene, e può giocare con un certo numero di sketch umoristici. L'idea originale, sia per Han Solo che per Indiana Jones, è che sia sempre avventato. In Solo ovviamente vediamo più coraggio e chiaramente è anche più bravo in quello che fa, insomma è al livello della situazione. Indiana Jones è avventato in situazioni per il quale non è preparato. Se la cava per il rotto della cuffia, per fortuna, o per qualsiasi cosa, ma ce la fa. Il bello è che non puoi creare un personaggio così senza una faccia come quella di Harrison Ford, il suo sguardo tipicamente "oh-mio-dio-non-ce-la-farò-mai". Lui è l'uomo qualunque, la gente pensa "questa è la faccia che avrei io in quella situazione." Ed è una faccia onesta. Proprio come Clark Gable o Humphrey Bogart, che non erano certo Adoni o supereroi. Ed è per questo che la gente li adora e perché adora guardarli in azione: perché sono vulnerabili.

L'elemento portante dei film di Indiana Jones, secondo Lucas, è qualcosa che Hitchock chiamava MacGuffin: un oggetto o obiettivo che lancia la storia nel pieno dell'azione e la guida verso il terzo atto. Hitcock sosteneva che meno il MacGuffin è chiaro e specifico, meglio è. In Intrigo Internazionale, ad esempio, il MacGuffin erano i segreti governativi del microfilm, una cosa tremendamente vaga. 

Per Lucas il MacGuffin deve essere invece molto potente per far girare le cose, e l'audience deve tenere molto a esso, almeno tanto quanto tiene alle sorti dei personaggi. Il produttore pensa che il MacGuffin dei Predatori dell'Arca Perduta fosse fantastico: l'Arca dell'Alleanza non solo conteneva i dieci Comandamenti, ma era anche una specie di "collegamento radio con Dio" e possedeva poteri degni del Vecchio Testamento. Se fosse caduta in mani naziste le conseguenze sarebbero state inimmaginabili. 

Ma un MacGuffin di buon livello è difficile da trovare, e Lucas non si ritiene soddisfatto di quelli degli episodi successivi (le pietre di Shankara nel secondo e il Santo Graal). "…Ma io sono riuscito a trovare la storia giusta per questo film, e il suo MacGuffin, l'oggetto soprannaturale che tutti stanno cercando avidamente…" Lucas si interrompe. "L'arca dell'alleanza era perfetta. Le Pietre di Shankara erano troppo esoteriche. Il Santo Graal era debole, fortunatamente c'era il padre di Indiana a sostenere la storia. Insomma il film puntava così tanto sul padre perché temevo che il Graal non sarebbe stato abbastanza potente per guidare il film. E così decidemmo di fare un film che funzionasse per un padre e un figlio. Fare un film del genere era un grosso rischio, ma alla fine fu la cosa che lo salvò. Così alla fine pensai che non volevo più fare film così, a malapena ce l'eravamo cavata per quell'episodio. A quel punto quasi mi ritirai dalle scene. Stavo crescendo i miei figli e gestendo le mie case di produzione. L'ultima cosa che volevo fare era un altro film del genere. Così sono stato buono per un po', ma mentre giravamo Le Avventure del Giovane Indiana Jones ebbi l'idea per questo MacGuffin, seduto proprio davanti a me, e pensai 'perché diavolo non l'avevo visto prima?'.
 

 

Quando sia Ford che Spielberg rifiutarono l'idea, Lucas si intestardì. Assunse diversi sceneggiatori per trasformare il suo MacGuffin in una storia di Indiana Jones. "E' durata 15 anni," ricorda. "Arrivammo al punto che tutti mi dissero: guarda, questo film non lo facciamo. E io risposi: ragazzi, io non posso pensare a un altro MacGuffin. E' quello giusto. So che andrà bene. E così ci fermammo totalmente, e io mi misi a lavorare ai nuovi Star Wars. Ma Harrison era interessato ancora al film, sebbene io gli dicessi che non l'avrei fatto senza quel MacGuffin."

Ford ovviamente può ridere dell'ostinazione di Lucas ora. "Era veramente fissato," dice, "e aveva una idea che continuava a infilare nelle sceneggiature, poi arrivava e me le mostrava, e io mi ribellavo e, finalmente, una volta arrivò con una storia che mi folgorò. Non era troppo estrema da distanziarsi dagli altri film, anzi trainava le storie che avevamo raccontato in maniera logica. Il personaggio era logicamente invecchiato, e la storia era ambientata in un'epoca diversa. Era uno script fantastico, e accettai."

L'articolo continua nella prossima pagina, con alcuni importanti spoiler sul film!

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Produttore, regista e protagonista del film continuano a parlare: Lucas svela anche alcuni spoiler

 

La sceneggiatura usata nelle riprese era di David Koepp, uno sceneggiatore-regista che ha lavorato alla Guerra dei Mondi, Spider-Man e ai primi due film di Jurassic Park. Una prima bozza era stata scritta da Frank Darabont, sceneggiatore e regista del Miglio Verde. Entrambe le sceneggiature avevano come punto di forza il MacGuffin di Lucas.

!!spoiler!! 

A detta di Lucas, Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo porterà il nostro eroe ben oltre il mondo dell'archeologia, per farlo approdare in quello della fantascienza. "Quello che rende tutto perfetto è che il mio MacGuffin e il fatto che Harrison Ford sia invecchiato di 20 anni sono elementi totalmente logici, che si spiegano e completano a vicenda," dice Lucas. "Quindi ambientiamo il film a metà degli anni 50, e il MacGuffin che ho pensato è perfetto per quell'epoca storica. Quando ci pensai, mi dissi: 'forse non faremo più un serial degli anni '30, perchè siamo negli anni '50. Cosa era altrettanto di intrattenimento e altrettanto segretamente B-movie e trash negli anni '50?' …così invece di fare un film simile ai serial degli anni '30 della Republic, abbiamo fatto un B-movie di fantascienza degli anni '50. Parlo di film come Il Mostro della Laguna Blu, Blob, La Cosa. Inserire il film in quel contesto mi diede lo stimolo giusto."

Come sapranno i devoti della New Age, alcuni teschi di cristallo fossilizzati esistono veramente. Ma non è chiaro se siano davvero autentici, se abbiano davvero dei poteri soprannaturali, se siano realmente oggetti pre-colombiani di origine Maya o Azteca – o addirittura aliena. Un mistero del calibro di quello i Atlantide o di Big Foot. Nel mondo di Indiana Jones, comunque, la Leggenda spesso diventa realtà. I teschi di cristallo sono già apparsi in quattro romanzi di Indiana Jones e in un parco di divertimenti della Disney dedicato a Indy. In un episodio di Stargate, avevano origini aliene. E probabilmente anche in Indiana Jones 4. Quello che Lucas sostiene, senza dire di più, sembra supportare le prime speculazioni su internet secondo le quali le scene girate in Nuovo Messico erano ambientate nell'Area 51, la base militare del Nevada che, secondo alcune ipotesi di cospirazione molto diffuse, fu sede di alcune ricerche sugli alieni (e veri e propri contatti).

Nessuno, esclusi il regista e il produttore, lo saprà con certezza prima di maggio, ma sarebbe bello se l'Imperatore Palpatine avesse lanciato un teschio sulla Terra. Oppure se lo avesse lasciato uno dei tizi magrolini di Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo.

fine spoiler! 

Comunque, Lucas è convinto che non piacerà a tutti. "so che i critici lo odieranno, anzi già lo odiano. Quindi non possiamo farci nulla. Odiano l'idea di un quarto film. E i fan sono arrabbiati. I fan sono sempre arrabbiati. 'Perché ha fatto così? E perché non ha fatto così?' …scrivono i film per conto loro, e quindi se non fai il film che avevano immaginato si arrabbiano. Quindi dovremo fare attenzione ai mattoni e alle torte, perché ce ne lanceranno parecchie.

La serie di Indiana Jones ha avuto successo, secondo Lucas, principalmente grazie alle storie che racconta. "C'è una differenza tra lanciare un pupazzo in mezzo all'autostrada e guardare cosa succede e invece costruire una storia," dice. "Non puoi semplicemente prendere il tuo personaggio e metterlo in una situazione per creare intrattenimento. Ecco perché molte persone hanno fallito nell'intento. Anche se magari hanno fatto soldi, non hanno raggiunto il livello di Indiana Jones. Questi sono film molto più complessi. Sono piccoli orologi pieni di meccanismi." E se non vi piacerà il meccanismo principale al centro del nuovo film, il MacGuffin, ora sapete con chi prendervela.

Nel cast di Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo, oltre a Harrison Ford, anche Cate Blanchett, Shia LaBeouf, John Hurt, Ray Winstone e Karen Allen.

Scritto da David Koepp, prodotto da George Lucas e diretto da Steven Spielberg, il film uscirà il 22 maggio 2008.
Trovate tutte le informazioni sul film nella nostra scheda.

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