Fonte: Anne Thompson, Nikki Finke

Nikki Finke rivela – e Anne Thompson conferma – che un altro matrimonio importante, a Hollywood, è finito. Si tratta dell'accordo di distribuzione internazionale tra la DreamWorks e la Universal Pictures, conclusosi in malo modo l'altroieri dopo che la DreamWorks, solo qualche mese fa, si è separata definitivamente dalla Paramount Pictures.

dreamworks universalLa vicenda ha ancora dei lati decisamente oscuri, ma sembra evidente che i motivi di tutto questo sono prettamente finanziari. Quando giovedì sera, alla festa di Frost/Nixon, molti reporter hanno chiesto ai dirigenti della Universal se avevano saputo che la DreamWorks stava trattando un nuovo accordo di distribuzione con la Walt Disney Pictures, questi sono rimasti di stucco. In realtà, infatti, non ne sapevano niente e, peggio ancora, stavano conducendo loro stessi delle trattative con la DreamWorks cercando di accomodare le esose richieste della major.

E così, venerdì la Universal ha stracciato l'accordo che aveva firmato solo quattro mesi fa con lo stesso Steven Spielberg, in occasione del divorzio con la Paramount (che probabilmente ora gongola). All'epoca si era già parlato di possibili accordi con la Disney, ma Spielberg – che è legato anche sentimentalmente alla Universal, primissima major a dargli fiducia come regista, tanto che lui ancora ha un ufficio negli Studios – aveva convinto i suoi partner Stacey Snider e David Geffen a chiudere le trattative.

Ma da allora la situazione, a Hollywood, è cambiata, e la DreamWorks ora si trova a fronteggiare una crisi economica non indifferente. Nonostante non sia affatto in perdita, la major deve tirare su diverse centinaia di milioni di dollari per ottenere la partecipazione nel capitale della indiana Reliance, che dovrebbe essere di 550 milioni di dollari. Inizialmente la DreamWorks aveva pianificato di indebitarsi per 750 milioni di dollari, ma J.P.Morgan ha fatto dimezzare la cifra: la major pensa di rimandare parte del finanziamento a quando la situazione economica mondiale si sarà sistemata.

Il problema, comunque, è che per produrre 18 film in tre anni la DreamWorks ha bisogno di questi soldi: 150 milioni subito, e altri 100 tra qualche mese. La Universal ha promesso di contribuire con 150 milioni di dollari alla fine dell'anno finanziario, quando la major avrà ormai distribuito diversi film. Troppo tardi, secondo la DreamWorks, e così questa ha cercato i soldi altrove: Spielberg e la Snider hanno riaperto segretamente le trattative con la Disney, molto interessata a un accordo non solo cinematografico ma anche televisivo (anche perché una eventuale partnership farebbe decisamente bene al titolo in borsa). 

La speranza della DreamWorks era, ovviamente, di continuare a trattare in segreto e forzare i due fronti finchè non avesse ottenuto da uno dei due quello che voleva, ma non gli resta più molta scelta, grazie alle spifferate dei giornalisti. A questo punto ci si aspetta la chiusura dell'accordo distributivo con la Disney in qualche momento durante la prossima settimana: vi terremo informati…

 

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