Fonte: Varie

Ammetto che, fino a qualche giorno fa, non sapevo neanche chi fosse Lily Allen. Ho invece scoperto che è una cantante famosa (anche considerando il numero di sostenitori su MySpace e Twitter) e che in queste settimane si è fatta molto notare per certe sue prese di posizioni sul file sharing. Ha iniziato attaccando sul suo blog le tesi del rapper 50 Cent, che non ha nessun problema con la pirateria e che anzi la vede come parte del suo marketing.

La cosa bella, però, è che per farlo Lily Allen ha copiato tranquillamente un articolo di Techdirt, ma senza minimamente citare la fonte. Ovviamente, è scoppiata la polemica, con Michael Masnick che si è comportato signorilmente, ma facendo notare l'ipocrisia nel voler cacciare gli utenti 'scaricatori' da Internet copiando allo stesso tempo il lavoro degli altri.

La risposta di Lily Allen non è stata adeguata alla situazione, con un post piuttosto arrabbiato in cui faceva notare come "fosse ovvio che non c'era intenzione di far credere che fosse un mio articolo" (tutto scritto in maiuscolo, quindi urlato). Fermo restando che la questione non era in realtà così semplice, visto che non c'era modo di capire che il pezzo provenisse da Techdirt, come le ha giustamente spiegato Masnick il problema non era prendere quell'articolo, ma in generale lamentarsi di chi copia le cose senza permesso e poi fare lo stesso.

Finita qui? No, anzi, il meglio doveva ancora venire. Infatti, si è scoperto che Lily Allen, sul suo blog, ospitava diversi mixtape che aveva realizzato quando cercava di farsi notare e che comprendono brani di artisti famosi. Insomma, non solo la Allen si è dimostrata ipocrita nella distanza enorme che passa tra le sue dichiarazioni pubbliche e i suoi comportamenti privati, ma ha addirittura portato avanti un'attività che è chiaramente illegale e per la quale lei stessa chiede pesanti sanzioni per i trasgressori.

La conclusione di questa storia è decisamente in linea con i personaggi. Infatti, gli utenti del blog di Lily Allen (molti dei quali probabilmente erano arrivati lì proprio per seguire questa vicenda) hanno commentato duramente le scelte fatte dalla cantante e la mancanza di coerenza nelle sue azioni. Risultato? Piuttosto che riconsiderare le sue posizione, la Allen ha definitivamente chiuso il blog, ovviamente ponendosi nel ruolo della vittima subissata da insulti (che in realtà erano veramente una minima parte dei commenti).

Insomma, un'ennesima dimostrazione di come certi difensori della legalità e dei diritti degli artisti siano i primi a calpestare i loro (supposti) principi. Inutile dire che tanti mass media di settore hanno raccontato la storia a modo loro. "Sempre rimanendo in Inghilterra ricordiamo che la cantautrice Lilly Allen dopo aver sposato la causa contro la pirateria on-line (che ha scatenato una reazione da parte della Featured Artists Coalition) ha deciso di ritirarsi dalla campagna antipirateria per i troppi attacchi e insulti ricevuti sul suo blog personale", ha infatti scritto il sito di e-duesse, rendendo la Allen una martire della legalità. Il tutto, peraltro, in un articolo entusiasta per la 'fermezza' del governo inglese contro i pirati. Senza ovviamente ricordare come nasce questa fermezza da parte del buon Lord Mandelson

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