17 Anni (e Come Uscirne Vivi)
di Kelly Fremon
30 marzo 2017
In quella spietata landa di nessuno che è il cinema da high school, in cui pochissimo di rigoglioso è in grado di crescere e quel poco che davvero fiorisce rimane solo nel nulla, incapace di ampliarsi, espandersi o contagiare altre creature, 17 Anni (e Come Uscirne Vivi) sopravvive alla spietata medietà del proprio titolo italiano con invidiabile classe ed eleganza. Talmente è buono che questo è già evidente dalla prima scena, in cui tutto ciò che conta in un high school movie è già in mostra: scenografia credibile, musiche affidabili, un uso dei costumi che non sfocia né nel ruffiano marchettoso, né nel generico impersonale, né nell’instant fashion, e una protagonista dal volto interessante lontana dalla banalità della rappresentazione standard dell’adolescenza (Hailee Steinfeld ancora più ordinaria e imbronciata che in Il Grinta). Il fatto che poi il film abbia anche una signora sceneggiatura è un plus che quasi sembrava troppo chiedere.
È proprio il tema alla base di tutto, deposita...
Con un cinismo, una serietà e una consapevolezza di cosa conti davvero a 17 anni, maggiore di tutti i rivali, 17 Anni: E Come Uscirne Vivi cattura subito
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