Ottavia Piccolo è il volto perfetto di 7 Minuti, con i suoi lineamenti su cui la scarsa frequentazione dei set cinematografici enfatizza lo scorrere del tempo e l’appartenere, nella nostra testa, ad un’altra età del cinema. Perché questo film in un certo senso sogna di appartenere ad un’altra età del cinema, a quella dei film di fabbrica, di rivendicazione sociale e di resistenza al capitale. Ad una lotta operaia intesa con uno spirito e un ardimento idealista che risiedono solo nei ricordi di alcuni.

Ottavia Piccolo è quindi il Henry Fonda di questo La Parola Ai Giurati, l’ingranaggio che scardina il ragionamento convenzionale, la testa pensante che in una piccola sineddoche del mondo nuota in un’altra direzione e, con la forza della calma, della dialettica e dell’invito a ragionare invece che farsi trascinare dalla corrente, smuove coscienze e stimola cervelli.

Quel che però affligge il film è una scrittura non a livello degli intenti. Perché se la trama è ben progettata e il congegn...