Belli di Papà
di Guido Chiesa
29 ottobre 2015
Si va di nuovo in provincia. Ancora una volta una commedia italiana fa spostare i suoi personaggi dalla città al piccolo centro (preferibilmente la prima al nord e la seconda al sud) per fargli scoprire la vita vera, cosa conti seriamente e anche una dimensione più pacifica e in linea con il loro animo. Stavolta sono tre figli di papà, tre ragazzi ricchi e privilegiati, trascurati troppo a lungo da un padre che aveva sempre da lavorare per costruire il suo impero e ora si trova tre deficienti che hanno solo idee di business senza senso e dilapidano denaro come non fosse loro. Inscenando una bancarotta li costringerà a stare senza un soldo a Taranto, là dove la sua vita (e la sua fortuna) è iniziata, obbligati a trovare lavori semplici e non qualificati per guadagnare pochi euro a fronte di tanta fatica.
Belli di papà viene dal Messico, è un remake nazionalizzato e molto adattato all’Italia, lo stesso è pienamente in linea con l’idea che il cinema italiano di commedia degli ...
Inizia bene Belli di papà ma subito vira verso ciò che già vediamo accadere nelle nostre commedie: passatismo nella storia e banalizza
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