Da qualche tempo lo stile di Spike Lee ha cominciato a spostarsi dai grandi movimenti di macchina alle inquadrature statiche. Dal movimento dell’immagine al movimento nell’immagine. E anche la ricerca formale che si affacciava solo ogni tanto nelle sue messe in scena sembra ora una costante. Chi-raq nella sua dimensione di musical è una calamita per questo nuovo approccio, un tripudio di colori saturi, elaborate concordanze cromatiche sia nelle scenografie che nei costumi e ovviamente coreografie, un po’ in armonia al genere e al suo modo surreale di saturare l’immagine, un po’ una fissazione personale.

L’elemento più sorprendente del film però è il suo essere musical senza musica. Non ci sono canzoni nè una colonna sonora particolarmente in evidenza in Chi-raq, anzi a tratti il commento musicale è sottotono e minimale. La musica di questo musical sta invece nella recitazione tutta in versi, nella ritmica con la quale sono pronunciate le battute, nel battere del gergo del g...