Nonostante il terrorismo sia il tema più importante nella vita della comunità europea dei nostri anni, sono pochi i film prodotti nel continente ad affrontarlo. Ancora di meno quelli che più che parlare dei fatti o delle persone, affrontano la sensazione e le conseguenze del terrorismo. Tra questi El Bar è il più sottile perché lo nomina forse una volta sola, ma con la sua storia di persone prigioniere in un bar da qualcosa che spara a chiunque esca, lavora sulla paura, sul timore dei nostri simili, della violenza che è accanto a noi. Non il terrorismo fuori da noi ma quello dentro di noi.
Poi la trama evolverà in molte direzioni (complotti, nascondigli, sopravvivenza…) assecondando quella fantastica gioia del fare cinema e mangiare voracemente immagini, stereotipi, topoi e divertimento di questo regista meraviglioso, ma l’idea di avere a che fare con le proprie paure che portano ad una violenza tra pari immotivata rimane.
Come sempre capita quando de la Iglesia collabora con lo sceneg...
Furioso e distruttivo come sempre in El Bar de la Iglesia usa diversi generi e il suo amore per ciò che è respingente per i propri fini
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