Stranamente The Lost City of Z sembra invecchiare più procede. Con l’incedere delle scene e il procedere della storia lo stile del film sembra andare indietro nel tempo, fino ad un’ultima parte modellata sul linguaggio del cinema degli anni ‘70 (al netto degli effetti speciali moderni). Si tratta di un movimento molto strano, come poco convenzionale è tutto quest’ultimo film di James Gray, fondato su una trama che sembra d’avventura e invece si rivela altro, forse l’ultima delle cose ci si sarebbe potuti aspettare da lui. Un film in costume sull’esplorazione dell’Amazzonia, sul desiderio di vedere, di trovare, di superare quell’angolo o quell’ansa che fornisce l’accesso a quel che nessuno ha mai visto.

Inizia tutto (e bene!) con una caccia al cervo in Inghilterra, un attacco così subitaneo e immediato che fa ben sperare. Il capitano protagonista si stacca dal disastroso gruppo (pieno di gente che cade e cavalli che si scontrano per errore) e procede da sé per arrivare primo sulla besti...