Il vero protagonista di questo ultimo film di Giovannesi, almeno per la prima metà, non è nè Daphne, la minorenne ladra di telefonini che finisce in galera quasi subito, nè Josciua, il ragazzo violento che incontra dietro le sbarre, ma il carcere che li contiene. È quel luogo in cui uomini e donne non possono nemmeno parlarsi perchè rigorosamente separati e che tuttavia ha una serie di straoridinari punti in cui il contatto può avvenire lo stesso, a conquistare e a farlo visivamente. La sua piantina è il segreto romantico dei due personaggi e lo spettatore impara a conoscerne i punti, gli angoli e gli snodi più importanti. Di scena in scena il film insegna a chi guarda a misurare la distanza tra la rete dietro cui sta Daphne e le sbarre da cui si affaccia Josciua, mostra l’insolenza sentimentale con cui Daphne rompe le righe per saltare contro la finestra da cui è affacciato Joscia e baciarlo, mentre tutto lo staff la strappa via, e infine si strugge nei dialoghi urlati da finest...