Se diamo retta al titolo c’è l’amore, anzi l’atto di amare al centro della storia dell’ultimo film di Jeff Nichols. L’amore che ha spinto una coppia mista, un bianco e una nera, a battersi per il diritto di stare insieme, da sposati, nella Virginia, stato che non ammetteva simili unioni. Era il 1958 ed era una storia vera che diventa il più piatto dei film nelle mani di Nichols, determinato a rifuggire qualsiasi ruffianeria o piaggeria (ma fino ad un certo punto) e a raccontare tutto con il suo classico stile distaccato.

Certo in sè è una novità che un simile tipo di storia, la cronaca sentimentale della conquista di un diritto civile, sia messa in scena con distacco. Solitamente tende a cavalcare un’opinione ormai comune attraverso una fiera di esagerazioni, enfasi e retorica. Eppure non è possibile scrollarsi di dosso l’idea che la visione di Nichols sia più povera che minimalista. La sua voglia di non calcare la mano non corrisponde mai a quella capacità straordinaria di riuscire co...