Di fronte ai film di Yorgos Lanthimos si prova uno smarrimento quasi unico dato dalla sovrapposizione di un’allegoria abbastanza chiara e diretta, spesso molto originale e pregnante (una famiglia che cresce i figli lontano da tutto, in una bolla in cui li protegge da ciò che è aspro per Dogtooth; una serie di persone che impersonano i defunti per il conforto dei parenti per Alps; un gruppo di single over40 costretti a trovare un partner altrimenti verranno trasformati in animali per Lobster) sopra uno svolgimento disumano, grottesco e che sembra non voler mai mettere a frutto l’assunto di partenza. I film di Lanthimos sembrano non voler programmaticamente dire niente, nonostante partano da spunti interessanti e coinvolgenti, sembrano proporsi di girare a vuoto su temi invece...
Cannes 68 – Lobster, la recensione
The Lobster
di Yorgos Lanthimos
15 ottobre 2015
C’è un cineasta che da più di 5 anni si aggira nei festival europei che sembra sfuggire alle normali leggi di attrazione e repulsione, che sembra andare oltre l’apprezzamento o l’odio.
L'indecifrabile cinema di Lanthimos con Lobster conferma di saper creare le trame più interessanti possibili su svolgimenti che lasciano perplessi
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