“Go weeeest!! Life is peaceful there” si apre con l’invito in stile costruttivista sovietico dei Pet shop boys Mountains may depart il film in cui Jia Zhang-ke affronta gli ultimi 20 anni di evoluzione del costume cinese e poi, più avventatamente, i prossimi 10. Un triangolo amoroso e un bambino, al centro c’è sua moglie Zhao Tao che interpreta una ragazza, poi donna, poi signora sentimentalmente legata ad un uomo dalla mentalità occidentale, pronto a cambiarsi nome in Peter e a chiamare il primo genito “Dollar”, ma anche innamorata di un altro più popolano, minatore e verace cinese vecchio stampo. Tra lei, i suoi amori, la vita del figlio e l’incombente mutamento della Cina cantonese e degli equilibri mondiali si gioca un film che lavora sulla forma del racconto popolare.

Jia Zhang-ke non si nega toni da melò come le soluzioni della grande narrativa popolare, il ritmo dell’epica di una nazione per raccontare la memoria di una famiglia sp...