Che succede se ad un film di fantascienza si sottrae il futuro e lo si ambienta nel presente, se gli si sottrae la tecnologia e gli si proibisce di sfruttare il design? Cosa accade se gli si lascia solo la distopia, cioè una società in cui tutto sembra andare male e complottare contro uomini semplici che vivono e attraversano bassifondi terribili? Jupiter’s Moon in un certo senso risponde a questa curiosità che prima nessun avrebbe pensato di poter avere e nel farlo crea un piccolo ibrido tra cinema commerciale e d’autore come raramente se ne vedono, un’opera dal budget apparentemente elevato girata con i tempi del cinema d’autore.
Ai confini dell’Ungheria alcuni rifugiati della Siria cercano di entrare illegalmente in Europa quando la polizia di frontiera apre il fuoco sui loro gommoni. Gli spari sono ad altezza uomo e mietono vittime, tutti cascano morti tranne uno che anzi si solleva, vola e torna in vita rimanendone stupito per primo. È il protagonista del film ch...
Un rifugiato siriano che si scopre (forse) angelo guida un medico truffatore, Jupiter's Moon conquista con la forza visiva e quella del suo ritmo
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