C’è innanzitutto un elemento di ridicolo in Child 44, che si perde nell’edizione italiana ma che comunque sta alla base del progetto: tutti gli attori protagonisti coinvolti sono britannici (tranne Noomi Rapace) e recitano questa storia di Russia, radicata nel sistema di terrore sovietico del secondo dopoguerra, in inglese simulando l’accento russo. Da questo dettaglio (non da poco) deriva molto altro, cioè il fatto che Child 44 sia un film che si immerge profondamente in un contesto che gli è in realtà lontanissimo, simulando prossimità e fingendo vicinanza ad un mondo a cui è indispensabile stare vicini (per riuscire a raccontare questa storia di agenti segreti e governo oppressivo con il corretto contesto storico) ma sostanzialmente essendogli lontanissimo.

Alla base di tutto c’è il romanzo di Tom Rob Smith, il primo di una trilogia, che attraverso il racconto finzionale delle indagini sul macellaio di Rostov (vero serial killer che prima di essere preso mass...