Doctor Strange
di Scott Derrickson
26 ottobre 2016
C’era una cosa che non andava sbagliata in Doctor Strange ed era la dimensione visiva, un complicato coacervo di design lisergico anni ‘70, new age (anche un po’ d’accatto), Escher e caleidoscopi. Armamentario vecchio stampo da lustrare per una nuova occasione. Non solo il film di Scott Derrickson (l’uomo dietro Sinister) non la sbaglia ma preme l’acceleratore in maniere che non era facile aspettarsi, esagera tantissimo trovando nella confusione il proprio ordine, nell’ardire visivo degli sfondi e nel muoversi in controtempo delle figure in primo piano la sua cifra unica, dimostrando che è con i personaggi minori che la Marvel può osare un po’ di più e finisce per dare il meglio. Caotico come pochi film è in realtà matematicamente ordinato per non far perdere mai l’occhio dello spettatore nei suoi labirinti. In questo Doctor Strange è unico e una boccata d’acqua fresca che ricorda cosa aveva impressionato dei primi film dei Marvel Studios.
I ribaltamenti escheriani da
Ci voleva un personaggio minore come Doctor Strange perchè la Marvel tornasse a dare il meglio, ad unire al suo tocco leggero anche la voglia di stupire
È necessario attenersi alla netiquette, alla community infatti si richiede l’automoderazione: non sono ammessi insulti, commenti off topic, flame. Si prega di segnalare i commenti che violano la netiquette, BAD si riserva di intervenire con la cancellazione o il ban definitivo.