Il finto film di genere è una creazione tutta italiana. È quel film che ha uno spunto, ambientazione, personaggi e look che appartiene ad un precisissimo genere che viene tradito quasi subito per convolare sui più familiari lidi intimisti. Falchi è il perfetto finto film di genere, perché porta queste caratteristiche alle vette più alte.
In ambienti luridi e devastati, rovinati dall’incuria, in strade marginali o su spiagge che non hanno niente di paradisiaco e rilassante, durante giornate che non hanno un briciolo di sole e quindi di speranza ma più che altro in notti di neon, due poliziotti della squadra Falchi (quelli che combattono la criminalità di strada), si struggono di dolori interiori.
La promessa implicita di questo film di Toni D’Angelo, in cui sembra che il location scout e il direttore della fotografia avessero indicazioni diverse dagli altri, tanto sono perfetti gli ambienti e le luci, era di fare un poliziesco spietato, un film che a partire dalla fotografia mantenesse ...
Preoccupato di raccontare gli struggimenti interiori dei suoi personaggi, Falchi si dimentica subito di essere un film di genere
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