Dopo un paio di film di successo minore rispetto a quanto fosse abituato, Fausto Brizzi torna a lavorare su un concept commercialmente sapido. Forever Young fin da subito spiega a tutti come sia diretto ad un target ben preciso come ne metta in scena i problemi generazionali e come sia intenzionato a parlare di una cosa sola e bene. In realtà poi il film ha un cast ampio e affronta la mania di rimanere sempre giovani sia in un 40enne che in un 50enne che in un 70enne. Lo stesso, il film sembra avere più senso quando mette queste persone a confronto con i giovani veri, mostrando senza sottolinearlo ma con una certa grazia e qualche accenno che i veri difettosi sono i secondi.

Il vero problema di Forever Young semmai è che, come moltissima commedia italiana recente (almeno da quando non facciamo che produrre commedie), sceglie di non far ridere. Non è una questione di aver sbagliato le gag ma proprio di non averle previste. Forever Young non fa ridere perché non vuole far ridere, ed è ev...