Gimme Danger
di Jim Jarmusch
21 febbraio 2017
C’è una personalità invidiabile nella maniera in cui Jim Jarmusch racconta Iggy Pop & The Stooges, non necessariamente questo però si traduce nel linguaggio e nelle scelte migliori per il film. Gimme Danger è l’esatto contrario del suo titolo, è un film con pochissima musica, solitamente in sottofondo, e molti aneddoti, uno in cui c’è più attenzione all’uso di immagini di repertorio (impeccabile) che al percorso sonoro (discutibile, accennato, povero), e in cui viene letteralmente cancellata una parte non poco importante della storia del gruppo: l’eccesso.
Nonostante sia impossibile riprendere Iggy Pop senza far trasparire diverse forme di eccesso, Jarmusch riesce a tenere fuori dal film quella che è stata una delle componenti fondamentali del gruppo, cioè la maniera in cui tra la fine dei ‘60 e l’inizio dei ‘70 alzarono l’asticella dell’autodistruzione con una musica che andava di pari passo, incattivendo il rock dell’epoca. Se un montaggio finale rapido e pigro mostra l’influenza...
La storia di Iggy Pop & The Stooges in Gimme Danger diventa una cavalcata cronologica e convenzionale che omette i molti dettagli disturbanti ed estremi
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