C’è una sorta di onestà rivelatrice, non è chiaro se volontaria o no, nella maniera in cui si apre In Guerra Per Amore. La voce fuoricampo e la scansione delle immagini, ma soprattutto la maniera in cui la prima illustra le seconde, dichiarano una messa in scena puramente televisiva applicata al mezzo filmico, una povertà di idee disarmante, che è quello che caratterizza Pif fino dal primo film. Replicare il linguaggio da lui affinato in tv all’interno di una storia di finzione, con un fine didattico e una copertura di buona e condivisa ideologia.

C’è ancora la mafia al centro di questo film, mostrata con un goffissimo atteggiamento ambivalente. La storia di un italoamericano che durante la seconda guerra mondiale parte volontario, facendosi spedire in Sicilia durante lo sbarco alleato, per trovare il vero padre della donna che vorrebbe sposare a New York e chiedergli la mano, è un viaggio nella mafia da macchietta, nei criminali da villaggio teneri e divertenti, negli sgherri che fann...