Non siamo davanti al primo film tratto dalla serie di videogiochi Hitman, già nel 2007 Xavier Gens ne diresse uno il cui unico merito ad oggi rimane il fatto di aver lanciato Olga Kurylenko puntando tutto solo sull’aspetto esteriore. La versione 2015 di Alexander Bach non si discosta molto dall’idea scriteriata del 2007 di avere un film di serie B che ambisce ad essere serie A, fantascientifico nelle premesse, ma terra terra nella realizzazione. Sostanzialmente malriuscita anche questa volta, la seconda versione cinematografica di Hitman non ha la capacità di mostrare una visione chiara di come trasportare dinamiche videoludiche al cinema. Non che sia obbligatorio fare riferimento ad un altro mezzo di comunicazione, si può anche ignorare la fonte e agire di testa propria, ma la via di mezzo di Agent 47 è un buco nell’acqua come lo era quella di Hitman del 2007.

La trama ovviamente è quella dell’universo del gioco, in cui agenti creati in laboratorio e clonati pe...