Nonostante possa apparentemente sembrare un film a budget basso, Il settimo figlio nasce come un’impresa di livello alto: prendere il primo di una lunga serie di libri di Jospeh Delaney e dar vita ad un possibile franchise. La presenza di Julianne Moore come villain e Jeff Bridges come mentore in questo senso è indicativa più che la scelta (di ripiego) di avere Ben Barnes come protagonista.

A posteriori però si può dire che forse non era Sergej Bodrov il regista più giusto per l’operazione. Il settimo figlio è molto legato ad un immaginario cupo e dal fascino quasi inesistente, variando moltissimo dalla carta. Ci sarebbe anche Kit Harington (John Snow di Il trono di spade) a fare da ponte tra il fantasy di immenso successo della tv e questo, che di certo non ha la medesima potenza di scrittura (e lo sa), ma la sofisticazione del fantasy moderno è lontanissima e purtroppo il film non centra nemmeno l’altro estremo, quello più sporco e ruvido.

Il viaggio di Tom Ward e J...