L’amore ai tempi della sovrappopolazione.

Inferno di Ron Howard, terzo adattamento cinematografico dalla saga letteraria di Dan Brown (i volumi cartacei sono 4), è sostanzialmente una storia d’amore. Anzi due, come le coppie di amanti protagoniste di un thriller ambientato tra Firenze, Venezia e Istanbul (ricostruita in green screen per le scene en plein air).

Qualcuno vuole risolvere il problema di un mondo troppo affollato attraverso la diffusione di un virus ed ecco allora intervenire un Robert Langdon senza memoria alle prese con una Firenze che gli appare davanti agli occhi solo quando si fa buio (bellissima trovata registica di Ron Howard già nei minuti iniziali). La prima parte è una scalmanata gita enigmistica in cui Langdon, smemorato, in preda ad allucinazioni (tra i numerosi flash infernali spicca più di una volta quello che sembra un combattente dell’Isis) ma sempre fine simbologista, deve ricostruire cosa ha fatto negli ultimi giorni fiorentini indagando ...