Si conosca o meno cosa sia accaduto a O. J. Simpson dall’inizio della sua carriera nel football professionistico ad oggi, la visione di O. J. Made in America fornisce l’impressione di non aver mai saputo davvero niente di niente di quegli eventi.

La ricostruzione fatta da Ezra Edelman nel corso delle 5 puntate da un’ora e mezza non è solo profonda ma ampia. Il mondo del football degli anni ’60, la reputazione del corpo di polizia di Los Angeles all’epoca e il suo rapporto con le minoranze afroamericane, lo stato del razzismo nel paese e sui media, e ancora il mondo della pubblicità e quello del cinema, tutto è raccontato con tale pregnanza, competenza e dovizia di connessioni alla storia principale che è subito chiaro che solo in questa maniera sarà possibile capire tutto.

È un’illusione ovviamente, nessun documentario può andare oltre il punto di vista sui fatti di chi lo ha girato o montato, ma un’illusione così calamitante e attraente che fa perdere la coscienza per 7 ore e mezza di...