La Corrispondenza si presenta a tutti gli effetti come un doppio di La migliore offerta, il precedente film di Tornatore, altra opera internazionale, una storia che vive di un piano ordito da uno dei personaggi e riflesso sul vero protagonista, un rapporto stranamente a distanza che si spiega attraverso indizi, buste, luoghi da visitare e un continuo avvicinarsi e allontanarsi. Stavolta però il meccanismo non serve a raccontare di una storia d’amor perduto fuori tempo massimo per un uomo che ha sempre tenuto lontano da sè i sentimenti, quanto quella di un sentimento che non vuole finire contro ogni evidenza della vita reale, due amanti che continuano a cercare d’amarsi anche se a separarli c’è la distanza meno colmabile in assoluto. Non è il thriller la cornice ma il melodramma, eppure l’esito pare sempre il medesimo: la retorica.
Come e più che in La migliore offerta Tornatore dà fondo a tutta l’enfasi di cui il suo cinema è capace. Con un intreccio meno denso si concentra sul mondo i...
Austero, serioso e con un'enfasi troppo spesso esagerata, La Corrispondenza e uno dei film più ingiustamente appesantiti da Tornatore e dal suo stile denso
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