Non ha bisogno di esibire patenti di aderenza ai fatti David Grieco. Assistente alla regia di Pasolini ma anche attore in Teorema, i fatti li ha visti con i suoi occhi, le testimonianze le ha raccolte con le sue orecchie e ora (in seguito alla delusione nei riguardi del Pasolini di Abel Ferrara), ha deciso di raccontarla lui la storia degli ultimi giorni di Pier Paolo Pasolini. Il risultato è La Macchinazione, un film in cui le cose più giuste hanno il sapore più sbagliato.

Non c’è da contestare la ricostruzione fatta da Grieco dei fatti che hanno preceduto la morte di Pasolini, la sua posizione all’interno della storia è tale da legittimare a priori il suo punto di vista e del resto ha una chiara idea di alleanze, motivazioni, colpevoli, inganni e mandanti.
Semmai da contestare (e non poco!) è il suo punto di vista sul cinema. La Macchinazione è un film che sembra non sentire il concetto di ridicolo. A partire dal protagonista, Massimo Ranieri, molto somigliante al suo personaggio in ...