Tutto in La prima luce sembra gridare mediocrità, non tanto dagli esiti (quello può capitare) quanto già le premesse. La storia di un uomo meridionale dai costumi moderni ma fieramente autoritari che vuole costringere la moglie (originaria dell’America latina) a continuare a vivere con suo figlio a Bari e non trasferirsi a casa nonostante il suo evidente malessere, è già di per sè una miniera di luoghi comuni (che il film finito non si lascia sfuggire), in più lo svolgimento prevede che, fuggita di nascosto la moglie e tornata nel suo paese, il marito si trovi costretto a seguirla e iniziare una battaglia legale là, nel paese di lei, una che non potrà vincere, rimanendo inebetito di fronte alla lotta per vivere con suo figlio. Non è quindi l’intreccio il punto di forza del film, purtroppo però non lo è nemmeno lo svolgimento.

C’è un bambino al centro di questa storia ma è come se non ci fosse, è un macguffin per raccontare il protagonista, quest’uomo che non amm...