Il drammatico proprio non si addice a Michele Placido. A suo agio nelle atmosfere poliziesche e inventivo quando si tratta di raccontare la vita criminale, sembra invece fuori posto quando affronta le storie sentimentali. Se il genere lo esalta, il drammatico è per lui un terreno colmo di trappole in cui cade regolarmente.

In La Scelta c’è uno stupro (rigorosamente fuoricampo) che cambia l’equilibrio della coppia protagonista. Cercavano di avere figli da tempo e senza successo mentre ora, avvenuta la violenza, lei è incinta e forse appositamente solo pochi giorni dopo la violenza ha insistito per fare sesso, così che la paternità sia incerta. Decisa a non sporgere denuncia e cancellare l’evento violento dalla sua vita lei, determinato ad affrontare la questione e a non avere il figlio di un altro lui, si scontrano mettendo a repentaglio la loro unione.

La Scelta sembra un’opera vecchissima, lontana dal linguaggio moderno e arroccata su presupposti ormai superati...