Un anziano avvocato di Napoli vede passare davanti a sé i figli (una più amorevole con lui, l’altro meno incline a farsi maltrattare) e una famiglia di vicini di casa, simpatici ma con diversi problemi. Lui ha un passato da bastardo ed è malato ma non ha intenzione di curarsi, carattere duro, sembra disilluso nei confronti della vita, sembra in cerca di qualcosa che non trova e che forse emerge nelle interazioni con gli altri. Da questi presupposti La Tenerezza si batte per conquistare lo statuto di cinema d’autore e nel farlo affoga nelle proprie ambizioni. La voglia di andare al di là della propria trama, di fare delle interazioni e dell’astrazione al di sopra della contingenza il punto di tutto è così forte che pare emergere solo quella. Pare cioè che il film sia più interessato ad aderire ad genere (“il film d’autore italiano”) piuttosto che a raccontare qualcosa, più interessato ad atteggiarsi che ad essere.

Fin da subito questo film di Gianni Amelio si presenta come la fiera del ...