Un giorno dovremo capire cosa tenga ancora Anton Corbijn legato al cinema d’autore quando così palesemente non lo ama e sembra volerlo cambiare da dentro senza però avere un fine nobile a giustificare l’operazione.

Control era un film biografico di terribile supponenza, diligente esecuzione e inesorabile insipienza: “Ammirate la vita di Ian Curtis raccontata senza mordente”. The american è semplicemente un film sbagliato, che cercava di essere qualcosa di più rispetto al proprio genere (cinema di spionaggio) senza mai capire cosa sia necessario per riuscirci. La Spia forse è il suo lavoro migliore, finalmente dentro le regole (di nuovo del cinema di spionaggio), tutto atmosfere, riferimenti giusti (il libro e quindi lo stile di Le Carrè) e con un attore perfetto ad aiutare. Ora con Life ritorna a Control, ritorna alla parabola biografica per sineddoche, tutto James Dean raccontato da un momento peculiare della sua vita, l’attore visto un passo prima che di...