Ci sono pochi dubbi sul fatto che Roger Ebert meritasse di più.

Quello che probabilmente è stato il critico cinematografico più noto ed influente d’America, e quindi per certi versi del mondo, almeno a partire dagli anni ’80 (quando iniziò il suo programma televisivo At the movies con Gene Siskel) ha avuto una clamorosa ultima parte della sua vita, tra personale e professionale, che ne ha confermato la statura di “soldato” come lo definisce Werner Herzog. Questo fa il paio con la sua capacità negli anni di cambiare molto di quello che era il linguaggio critico statunitense (all’epoca da poco uscito dall’era dominata da Pauline Kael) e per certi versi, specie grazie alla diffusione dei suoi scritti permessa da internet, del linguaggio critico mondiale, effettivamente dando una forma non solo alla maniera in cui pensiamo ai film ma anche a quella in cui questi vengono ricordati (le sue frasi e i suoi giudizi sono menzionati quasi sempre nelle “sc...