Trolls
di Mike Mitchell
27 ottobre 2016
I giocattoli sono spesso l’alfa e l’omega dell’animazione, ne costituiscono il fine commerciale ultimo (la Disney) oppure ne sono lo spunto di partenza (l’animazione televisiva nipponica), negli ultimi anni sono anche una proprietà intellettuale che stimola produzioni di possibili franchise (Transformers, Lego…). Trolls viene da una marca di bambole che esiste dal 1952, tra alti e bassi, e che la Dreamworks ha acquisito in blocco prima di far partire la produzione del film.
La notazione è importante nel momento in cui uno dei tratti più distintivi di questo film d’animazione è la consistenza e il materiale di cui paiono fatti i personaggi.
Tutto in Trolls sembra fatto di stoffa o di lana, cioè del materiale dei giocattoli e delle bambole di pezza. Non sono personaggi ispirati ai giocattoli ma sono i giocattoli stessi. Un po’ come per i Lego, che vengono animati in una specie di stop motion digitalizzata pre farli sembrare più simili ai veri pezzi e veri pupazzetti, le bambole di
Partito da una linea di giocattoli, Trolls trova un universo di coerente bruttezza, in cui i diversi e i respingenti diventano attraenti
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