Nessuno si merita una malattia, tutti la subiscono come una sventura esterna.

Per questo la malattia è una materia delicata al cinema, specie se occupa tutto un intero film, specie se è il cuore di tutto il racconto e dell’evoluzione del personaggio, ma Julio Medem e Penelope Cruz sembrano non essere daccordo. Il rischio in questi casi è quello di prendere un personaggio, come accade alla Magda protagonista, sottoporlo ad un inferno di visite, spettri di morte, difficoltà, malori, fisico fiaccato e via dicendo, fino a tracciarne un percorso di santità così smaccato da sconfinare nel pietismo. Ma Ma in tal senso è come un manuale, un melodramma estremo a cui è stata sottratta la parte di costruzione sentimentale per lasciare solo il dolore, uno in cui gli sguardi dei bambini densi d’amore per la propria mamma sono affiancati ad un controcampo di un volto malato e con pochi capelli, distrutto dal cancro.

In un campionario di tragedie Ma Ma sembra implorare il pianto dello spettatore senz...