Una giornata a Roma, d’estate, tra il traffico, il lavoro alimentare per una società che affitta appartamenti ai turisti (per la quale occorre andare ad aprire le case), il lavoro quello per vivere come attrice, forse un film che parte, una festa serale a cui partecipare, il cane che forse sta male, la mamma che non si fa una ragione della decadenza familiare, amici che nutrono sentimenti, produttori che invece paiono non averli. Come dice il titolo su tutto regnano due personaggi: Maria e Roma.

Nel film di Karen Di Porto gli ingredienti sono i medesimi di Estate Romana di Matteo Garrone (la città d’estate, il continuo spostarsi, un’attrice che si muove nel mondo della produzione) eppure siamo lontanissimi da quella maniera di inquadrare personaggi e paesaggi, siamo lontani dalla ricercatezza delle location, dalla raffinatezza delle interazioni. Siamo lontani anche dalla maniera di mettere in scena il tempo che passa enfatizzando il cambiare della luce del giorno, da quella accecante d...