Nonostante proceda al ritmo di un film circa ogni tre anni, giustificato più da un ottimo rapporto costo/incassi che da un furore creativo, Vincenzo Salemme è solo quando costruisce una trama totalmente funzionale ai personaggi e non viceversa (come nei pessimi …e fuori nevica o SMS – Sotto mentite spoglie) che trova un senso ai suoi film. Se mi lasci non vale è uno di questi casi. L’intreccio molto semplice viene da Delitto per delitto (lì due sconosciuti si scambiano vittime dell’omicidio così da essere insospettabili, qui due sconosciuti si scambiano le donne che li hanno lasciati per conquistarle e poi farle soffrire) e serve a creare un doppio tra teatro e vita reale, una situazione pirandelliana che dichiara di essere pirandelliana e su questo fonda il suo umorismo.

Al centro di tutto, a sorpresa, non c’è né Salemme stesso né Paolo Calabresi, ovvero i due protagonisti intenti a conquistare mogli altrui, ma l’imprevedibile terzo incomodo di Paolo Buccirosso, a...