Neanche è partito Nel Nome di Mia Figlia che già cominci a farti delle domande sulla plausibilità di quel che stai vedendo. Daniel Auteuil, nel presente, è un uomo anziano, somiglia a se stesso solo più arruffato e “bianco”, poi parte il racconto dagli anni ‘70 ed è se stesso con i capelli neri, solo vestito meglio. Quanti anni ha? Almeno 45 anni indietro nel tempo sembra sempre quel che è: un sessantenne, solo stretto in abiti d’epoca e con i capelli neri, come il ragionier Fantozzi quando, ormai in pensione, si trucca da giovane per essere riassunto. Si susseguono le annate e i decenni, Auteuil cambia trucco ma ha sempre la stessa età. Difficile seguire una storia così.

E dire che invece la trama, specie considerato che si tratta di un fatto vero, appassionante lo è sul serio, un caso di ingiustizia clamoroso riguardo la morte di una figlia e la maniera in cui un padre ha dato la caccia al vero colpevole, il patrigno, nonostante lo stato tedesco (suo paese d’origine) facesse di tutto...