Neruda è ancora una volta un film inatteso e sorprendente da Pablo Larrain, uno che non ci si sarebbe potuti aspettare dall’autore di No e Jackie, un noir tutto finzione, trasparenti in macchina, sogni, visioni ed espedienti teatrali. Un film che fa proprio l’aggettivo “diverso”, lo coccola e lo uso per restituire una storia che coinvolge nella maniera che meno ci aspettiamo.
Come fossimo in una storia narrata da Michael Mann un poliziotto e un fuggitivo si danno la caccia. Il secondo è Pablo Neruda, poeta e dissidente, grottescamente esaltato all’idea di iniziare a scappare per la propria vita, animato ed estasiato all’idea di un’epica personale, di aggiungere un tassello alla figura di se stesso che brama. Alla stessa maniera il poliziotto di Gael Garcia Bernal ha anche lui in mente una narrazione per se stesso, un racconto di sé come grande figlio della tradizione poliziesca cilena, l’uomo che prenderà Neruda.

Con questa paradossale giocosità il più anomalo dei bio...