Al secondo episodio Now You See Me cambia l’unico elemento d’interesse che poteva vantare: non è più un film che mette in scena in maniera fantasiosa, assurda e iperbolica la vendetta nei confronti di chi ha messo in moto la crisi economica, non è più il più grottesco e allucinato dei film americani sull’attualità (nel primo gli illusionisti militanti protagonisti regalavano i soldi dei ricchi ai poveri), ma diventa una sorta di thriller internazionale con un nuovo “grande tema” a lavare la coscienza. Si tratta della privacy e della maniera in cui le multinazionali, specie quelle tecnologiche (una cosa a metà tra Apple e Google), lavorano per ottenere le informazioni dei loro clienti.
Nulla di realmente impegnativo sia chiaro, solo un MacGuffin, una foglia di fico, una blanda motivazione utile a mettere in moto l’azione, niente che realmente contamini la trama, niente che davvero sia indispensabile al senso del film. Se al posto della privacy si fosse inserito un qualsiasi altro proble...