Non è difficile immaginare cosa sia Pan, una rilettura di Peter Pan in chiave più dura e adulta (ma chiaramente solo a parole) che parte da un villain e rilegge la storia che conosciamo esplorandone gli anfratti sconosciuti. È una pratica inaugurata dalla Disney che è diventata ormai una certezza annuale e garanzia d’incasso, il modo migliore (per loro) di sfruttare proprietà intellettuali note in una nuova chiave. Biancaneve, Alice nel Paese delle Meraviglie, La Bella Addormentata nel Bosco… sono tutti racconti che hanno subito il trattamento dark a partire dai villain. Con Pan anche la Warner cerca il suo posto al sole in questa zona di rara soddisfazione per lo spettatore più esigente, eppure la delusione in questo caso è ancora più cocente del solito.

Come Maleficient l’obiettivo pare essere la revisione delle parti in gioco

Dietro la storia dell’origine di Peter Pan, cioè di come un bambino sia diventato l’eroe della storia che conosciamo, c’è un doppio svelamento. Non solo la pri...