Dall’unione di un regista specializzato in B movie (tra l’azione dei polizieschi iperbolici con Liam Neeson e i film dell’orrore) con uno sceneggiatore di paura prestato al thriller puro, non poteva che nascere un film onesto. E questo è Paradise Beach, un thriller estivo di un’onestà disarmante.

Senza la pretesa di inventare assolutamente niente, questo film mette una donna in pericolo e svestita su uno scoglio come fosse una sirena ferita (alle gambe peraltro), e la fa braccare dal mostro marino per eccellenza, lo squalo. In un film del genere davvero non contano i dettagli, cioè come la protagonista sia arrivata dove sta, che lavoro faccia o anche chi la potrebbe aiutare e non lo fa, conta solo il desiderio di sopravvivere, la fermezza nel combattere e il senso di purificazione che si trae da un confronto imprevisto, inatteso e inadeguato con il mondo animale.

Paradise Beach centra la caratteristica fondante del suo genere

Benché non voglia essere niente più di un divertimento estiv...