Inizia sugli addominali sudati di Argentero e sul fisico esile di Valentina Bellè questo film che sembra partire come una storia di riappropriazione dei corpi, come se i 4 carcerati che nello stesso giorno ottengono un permesso di 48 ore e vivranno due giornate diverse, per molti versi separate ma significative, nel tempo passato in galera avessero perso contatto con il proprio fisico, le sue pulsioni, i suoi dolori, la sua decadenza e le sue potenzialità (quando la mitologia del cinema sul carcere vuole l’esatto contrario) e in una finestra di libertà fossero assetati di esperienze fisiche.

Il criminale dal volto duro e la vita disperata di Argentero (per la prima volta davvero in un personaggio senza scampo e senza note serene ma purtroppo mai in grado di dargli anima, nonostante abbia centrato con impressionante determinazione il fisico e il portamento, sopracciglia inarcate incluse) in cerca di una donna perduta, una prostituta che non si trova più e per la quale tornerà ai combatt...