Pixels
di Chris Columbus
29 luglio 2015
Ci sono due anime che lottano in Pixels, una è quella di Adam Sandler che spinge verso Un weekend da bamboccioni, Cambia la tua vita con un click, Io vi dichiaro marito e… marito e via dicendo; l’altra è quella di Chris Columbus (Gremlins, Mamma ho perso l’aereo, I Goonies, Harry Potter) che spinge sul lato avventuroso di un film d’invasione aliena da girarsi con ironia, sulla commedia dal passo svelto.
Inutile dire che tra le due si fa per tutto il tempo il tifo per la seconda, cioè per la vittoria di un’idea di cinema un po’ più pragmatica di quella molto autoreferenziale di Adam Sandler, in cui sembra che le gag (sempre della medesima tipologia) si ripetano costantemente in un continuo ripassare i medesimi luoghi comuni e in cui l’azione segue la comicità, non viceversa. Alla fine vincerà Adam Sandler, affondando quello che poteva essere una curiosa variazione sul tema di Ghostbusters, i 4 eroi inusuali che salvano una città.
In realtà, anco...
Animato da due spinte diverse, una verso l'avventura e l'altra verso la comicità di Sandler, Pixels non trova un equilibrio e sceglie la strada peggiore
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