Questa volta c’è la pubblica amministrazione e il posto fisso nel mirino di Checco Zalone.

Il suo personaggio è un fiero addetto ai timbri dell’ufficio Caccia e Pesca della Provincia che per mantenere la sua posizione accetterà qualsiasi trasferimento.
Dopo che nel film precedente si era divertito ad esagerare il mondo dell’imprenditoria giovane piena di fiducia nel domani, ora si diverte con il suo opposto, il culto del posto fisso, dell’impiego pubblico e intoccabile, la voglia di non lavorare e di sistemarsi. Nonostante il lungometraggio, diretto da Gennaro Nunziante come i precedenti 3, rimanga una commedia povera di linguaggio e basata su una sola idea (la stessa di tutte le altre con al centro un comico), cioè inquadrare il protagonista per fargli pronunciare le battute, è indubbio che l’atteggiamento di Checco Zalone, di volta in volta, sia sempre più stimabile

Zalone è uno dei pochi comici che odiano.

Non è interessante sapere se realmente l’attore Luca Medici abbia de...