Come tutte le storie di risalita dall’abisso La Ragazza del Treno è a suo modo un thriller. Una storia in cui i colpi di scena arrivano grazie ad una costruzione figlia della volontà di mandare in aria il racconto lineare e poi ricostruirlo assieme alla ricostruzione della protagonista, inizialmente derelitta, ubriacona e disperata viaggiatrice su treni che passano accanto alla sua ex dimora in cui ha lasciato la propria dignità insieme ad una vita che ha distrutto, poi sempre più donna fiera.

È in controluce ciò che sta accadendo alla narrativa popolare del cinema e della letteratura, ovvero la ricostruzione delle figure femminili dopo che decenni in cui hanno fatto da tappezzeria nella stragrande maggioranza dei film, quasi mai sfruttate come avrebbero meritato. La Ragazza del Treno, accusata di tutto, è un soprammobile nelle vite altrui e guarda altre donne essere soprammobili al posto suo, invidiandole per giunta.

E nel film, come al cinema, l’ascesa della figura femminile passa in...