In occasione dell’uscita di Il Petroliere di Paul Thomas Anderson, Quentin Tarantino raccontò di aver amato molto la prima scena, quella in cui il protagonista si rompe una gamba ma lo stesso riesce a trascinarsi fuori da una cava d’argento e strisciare attraverso il deserto fino alla salvezza. In realtà noi lo vediamo solo iniziare a strisciare nel deserto, per poi capire che ce l’ha fatta nella scena seguente, ambientata anni dopo. Tarantino diceva che in quell’ellissi c’è tutto un altro possibile film non girato, uno su come quest’uomo così tenace non è morto ma ha attraversato chissà cosa per tornare a casa solo armato della sua rabbia.

Quel film ora esiste e si intitola Revenant.

L’opera di Iñarritu è in realtà una storia molto classica che viene distorta, manipolata e mascherata da un esasperato realismo (raggiunto con molta computer grafica) fino a sembrare irriconoscibile. È una trama western convenzionale, un film di vendetta come l’avrebbe potuto fare Leone o...