Ci sono due realtà incontrovertibili riguardo l’ultimo film di Ficarra e Picone. La prima è che si tratta di una commedia girata con la medesima amara desolazione di intenti della media di quelle dei comici televisivi trasferiti al cinema, produzioni in cui a nessuno interessa fare un buon lavoro e tutti lavorano replicando i clichè del proprio mestiere con perizia e cura a livelli televisivi; la seconda è che il duo siciliano non solo fa più ridere della media ma ha anche un’idea di comicità non cretina (e non certo da oggi).

Nel film portano avanti il loro tipico sovvertimento per il quale ripudiano come possono il lavoro, l’impegno e la correttezza, una versione aggiornata del classico ritratto impietoso in stile Sordi, quello per il quale si replicano i personaggi peggiori fedelmente, senza condannarli nella sceneggiatura ma esponendone la ridicolaggine. Non vogliono impegnarsi e iniziano a radunare anziani per estorcergli la pensione, rappresentando una generazio...