L’ultimo film di Takashi Miike ha un inizio durante il quale si può anche impazzire di gioia. Senza spiegare nulla parte al massimo del ritmo con una classe in cui alcuni ragazzi sono cadaveri privi della testa e gli altri sono immobili e terrorizzati, sulla cattedra un demone che gioca ad Un-Due-Tre-Stella, chi perde (cioè si muove quando è girato) esplode in un tripudio di sangue. C’è tutto. C’è lo stile Miike che fonde assurdo, grottesco, gore, azione e grande autoironia e c’è l’idea alla base dei molti death game del cinema (Battle Royale ovviamente ma anche gli americani che hanno ripreso l’idea), cioè che sia la classe dei docenti, gli adulti, ad opprimere i ragazzi costringendoli alla violenza reciproca, mandandoli letteralmente a morte e infine c’è la paradossale ironia miikiana.

As the gods will in realtà viene da un fumetto (omonimo), quindi è più parente di quel che accade nella carta stampata che di quel che si vede al cinema, tutta...